Convivere con l’intelligenza artificiale: rischi ed opportunità

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IL NOSTRO ESPERTO

Luca Maria Gambardella è prorettore per l'innovazione e le relazioni aziendali all'Università della Svizzera Italiana (USI), professore ordinario alla Facoltà di scienze informatiche e membro dell'IDSIA, Istituto Dalle Molle per l'intelligenza artificiale USI-SUPSI. Insegna il modulo di Intelligenza Artificiale alla Facoltà di scienze informatiche dell'USI dove dirige il Master in Intelligenza Artificiale.

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In che modo l’intelligenza artificiale cambierà le nostre vite?

Automobili a guida autonoma, smartphones, impianti di sorveglianza, elettrodomestici intelligenti e assistenti virtuali si stanno diffondendo rapidamente nella nostra società. Macchine sempre più intelligenti in grado di “pensare” ed “imparare” stanno cambiando il mondo e sono ormai insostituibili nel permettere di estrarre conoscenza dall’enorme quantità di dati che vengono prodotti nel campo industriale e scientifico e nella vita di ognuno di noi. L’essere umano ha imparato a sfruttare le enormi capacità dell’intelligenza artificiale in moltissimi campi: per effettuare previsioni meteorologiche, per l’analisi dei rischi finanziari e per lo sviluppo di nuove tecnologie nel campo della medicina. Tra le infinite possibili applicazioni che offre l’intelligenza artificiale vi è anche la sua capacità di comunicare con noi utilizzando il nostro linguaggio. Robot che ci sanno ascoltare, riescono a rispondere alle nostre domande e talvolta sono in grado di farci sorridere ed emozionare. Questo tipo di interazioni sollevano però alcuni interrogativi dal punto di vista etico: quale relazione sarà giusto avere in futuro con le macchine intelligenti? Quali i compiti sarà corretto delegare alle macchine e quali invece dovranno essere mantenuti sotto il controllo dell’essere umano?

Il pensiero umano è una realtà estremamente complessa, sicuramente non riconducibile a schemi semplici. Per questo motivo i ricercatori che si sono dedicati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale hanno deciso di lavorare fin da subito restringendo i loro obiettivi. Inizialmente, infatti, all’intelligenza artificiale sono stati assegnati compiti quali la risoluzione di problemi logici, ossia quelli che possono essere descritti e sviluppati all'interno di un sistema preciso e definito di regole. Un esempio di questo tipo di ragionamento è il gioco degli scacchi. Nel 1997 il supercalcolatore IBM Deep Blue riuscì per la prima volta a sconfiggere Garri Kasparov, uno dei più grandi scacchisti di sempre. A 25 anni da questa storica vittoria, le probabilità che una persona possa battere un supercomputer sulla scacchiera sono praticamente pari a zero. Giocare a scacchi richiede fantasia e ragionamento ma in ogni caso tutte le partite si svolgono all'interno di un preciso quadro di regole certe e definite, descrivibili in un linguaggio matematico, uno dei terreni preferiti dell’intelligenza artificiale che può utilizzare la sua incredibile velocità di calcolo per elaborare milioni e milioni di scenari possibili.

Oggigiorno però l'intelligenza artificiale non si limita a svolgere operazioni di calcolo ma viene anche utilizzata per realizzare macchine capaci di compiti ben più complessi, tipicamente umani. L’intelligenza artificiale viene utilizzata in medicina, per l’analisi di radiografie, risonanze magnetiche e altre immagini alla ricerca di lesioni o tumori che un radiologo umano potrebbe non notare. I medici possono contare su microscopi dotati di intelligenza artificiale per la ricerca di batteri nocivi in campioni di sangue a un ritmo più veloce di quanto non sia possibile con la scansione manuale. In chirurgia robot sono in grado di eseguire interventi di grande precisione su superfici corporee molto ristrette. Inoltre, nella ricerca medica si stanno progettando sensori impiantabili nel corpo umano per il rilascio di farmaci in modo automatico le cui dosi e orari di somministrazione possono essere programmate da remoto dai medici.

Anche il mondo dei trasporti sta per venire rivoluzionato dall’entrata in circolazione di vetture a guida autonoma che si prospettano essere più sicure delle classiche automobili. Si prevede infatti che le automobili intelligenti ridurranno il numero di incidenti provocati da “errori umani” come colpi di sonno, distrazioni alla guida, velocità elevata e guida in stato di ebbrezza e sono meno soggette a rischi legati alle condizioni ambientali come scarsa luce, nebbia e pioggia.

L’intelligenza artificiale entrerà sempre di più a far parte delle nostre vite. Robot umanoidi in grado di riconoscere i volti e le emozioni umane potrebbero comparire in alcune scuole e università, aiutando insegnanti ed allievi nello svolgere ricerche, tradurre testi oppure correggere delle verifiche. Nel campo della sicurezza, la videosorveglianza potrebbe non più limitarsi a registrare immagini, ma imparerà ad analizzare il linguaggio del nostro corpo, riconoscere i volti delle persone e individuare oggetti e comportamenti particolarmente pericolosi in modo da generare allarmi immediati. L’intelligenza artificiale potrebbe addirittura avere un ruolo nel mondo dell’arte e della musica. Ad esempio, l’opera d’arte intitolata Edmond de Belamy, dipinta da un’intelligenza artificiale, è diventata famosa per essere stata venduta all’asta nel 2018 per 432.500 dollari mentre intelligenze artificiali specializzate come Avia (Artificial Intelligence Virtual Artist) o Amper Music sono state create per comporre musica rapidamente, nello stile e durata che il cliente desidera e con risultati spesso sorprendenti.

Sempre di più oggi stiamo delegando a delle macchine ruoli e decisioni che da sempre sono state nelle mani degli esseri umani. Ciò nasce dalla convinzione che l’intelligenza artificiale è capace di ottenere prestazioni migliori, più veloci, più precise e più equilibrate di quelle umane. Ma è sempre così? Quali sono i limiti di questa tecnologia?
Legate all’utilizzo dell’intelligenza artificiale vi sono inoltre questioni etiche e giuridiche che rimangono ancora parzialmente irrisolte. Ad esempio, in caso di danno causato da una vettura a guida autonoma, chi deve essere ritenuto responsabile, il proprietario, il costruttore o il programmatore? In un ospedale dove i robot assistono i medici, chi dei due è più bravo a giudicare i dati ed a prendere le decisioni migliori per il paziente? Che impatto hanno sulla democrazia gli algoritmi che scelgono per noi i contenuti da farci visualizzare sui social network? In una società che si basa sempre di più sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, quali potrebbero essere i rischi legati alla protezione dei dati e le conseguenze di attacchi hacker?

Motivazione

 

Quale relazione esiste tra noi e le macchine?

Cosa distingue un cervello umano da uno artificiale? Una macchina possederà mai una coscienza e dei sentimenti? Quale compiti dareste e quali invece non dareste mai ad un robot? Nel mondo del lavoro, in quali professioni ci sostituiranno le macchine? Come far coesistere nella stessa società forme di intelligenza artificiale con forme di intelligenza umana?

Sul tema dell'intelligenza artificiale molte grandi domande restano aperte ed è quindi necessario costruire un dibattito volto a sviluppare un uso responsabile ed etico dell’intelligenza artificiale, che tenga conto degli effetti sociali, economici ed etici dell’introduzione

Argomenti a favore

Quali sono gli argomenti per cui questo scenario è auspicabile per la nostra società?

Argomenti contro

Quali sono gli argomenti per cui questo scenario è auspicabile per la nostra società?

Timeline

27.01.22

Proposta inoltrata.